#protectfashion
Piano piano sembra stia ripartendo il Paese. Il SISTEMA MODA in questi mesi ha provato in tutti i modi a non fermarsi, a reinventarsi, a capire, a studiare, a non abbattersi, a rilanciarsi, ma ci sono ancora tante domande, tanti dubbi, tante incertezze…
La soluzione post COVID-19 è il fashion renting? Capi disinfettati e spediti direttamente a casa del cliente per un lasso di tempo e poi rispediti al negozio o al brand? Potrebbe essere questa la rivoluzione per il settore? I costi di spedizione, di logistica? La sostenibilità di questo modello di business?
– Le mascherine diventeranno forse il nuovo accessorio fashion? O potremo tornare a vedere i sorrisi delle altre persone?
– Come garantire la sicurezza dei lavoratori lungo tutta la filiera della moda?
– E la sicurezza dei consumatori all’interno degli spazi retail?
– Come sarà il retail post COVID?
– Gli effetti dello Smart working sull’acquisto retail?
– Si riusciranno a sanificare capi, camerini, negozi, showrooms, aziende? Quali saranno i tempi ed i costi per l’attività?
– Come cambierà la comunicazione, le PR, il marketing?
– Come comportarsi con le grandi quantità di merci accumulate nei magazzini in questo periodo di lockdown?
– Parleremo ancora di Collezioni, Pre-collezioni, Resort, Cruise?
– Quali sono le tecnologie che posso aiutare la filiera?
– Quali saranno e Come si formeranno le figure professionali del settore moda del futuro?
– Cosa può fare la Realtà Aumentata per il mondo della Moda?
– L’eCommerce è l’unica soluzione? Per le piccole attività con una scarsa alfabetizzazione digitale sarà veramente un’opportunità o al momento un sistema troppo grande e complesso per loro? Come intraprendere il percorso della multi-canalità nel modo corretto ed affidandosi ai partner giusti?
– Passerelle digitali o presentazioni per pochi?
– Vetrine digitali? Virtual Showrooms?
– E gli artigiani? E’ bello “sfoggiarli” quando si parla del bello e ben fatto, delle maestrie del nostro Paese, con i video del Maestro al lavoro con le mani sporche, ma ora hanno più che mai bisogno di sostegno. Vogliamo ritrovarci tra qualche anno, come già facciamo ora, a liquidare la questione dei mestieri che scompaiono dal nostro Paese con la solita frase “eh ma i giovani non hanno più voglia di fare questi lavori”? Perché non è così, non è solo colpa dei “giovani viziati, che vogliono la pappa pronta”.
– Quali sono gli aiuti concreti ed operativi da oggi, che il Paese può mettere in atto?
– Le filiere, le associazioni di categoria, i distretti, si possono unire ed essere più forti assieme? E’ questa la strada?
– Come rendere speciale l’esperienza dei buyers e degli utenti finali in mancanza di un rapporto tattile e reale con i capi?
– Torneremo a dare spazio alle idee, all’ispirazione, agli stilisti dopo tanti anni di marketers e merchandiser?
– Verrà premiata l’eccellenza nel creare il prodotto?
– C’è bisogno di far re-innamorare il consumatore, aiutarlo a superare la paura e fargli tornare la voglia e la curiosità di scoprire nuove collezioni e nuovi capi.
– Quanto ci vorrà perché un algoritmo riesca VERAMENTE a elaborare le misure CORRETTE di una persona?
E poi ci sono i nuovi valori da cui RIPARTIRE
- La sostenibilità ambientale
- La sostenibilità sociale
- Il mondo della MODA ha dimostrato tenacia e voglia di mettersi in gioco, Non rimanendo fermi, ma reagendo e contribuendo chi con donazioni, chi riconvertendo i propri processi produttivi come hanno fatto molte aziende del sistema moda. Dai grandi nomi come Prada, Gucci, Valentino, Armani, Salvatore Ferragamo, Dolce&Gabbana, Moncler, Bulgari, Benetton, Calzedonia solo per citarne alcuni ai piccoli artigiani e negozi che giocando con creatività ed invettiva hanno prodotto mascherine magari non ad uso medico, ma comunque ad oggi riconosciute valide anche dagli organi competenti (meglio una mascherina fashion che non averla affatto)
- Abbiamo visto che filiere produttive globalizzate e delocalizzate per tutto il mondo sono vantaggiose in molti casi per abbassare i costi, ma questo periodo ne ha evidenziato alcuni limiti, le complessità e le problematiche rispetto a filiere 100% italiane o comunque incentrate nel nostro Paese.
(da non sottovalutare anche l’enorme tematica dei lavoratori di quei Paesi durante il lockdown e post lockdown)
- Dopo tanto tempo a fianco del profitto, hanno acquisito importanza altri valori come il rispetto, la socialità, la solidarietà, la salute, la sostenibilità, valori che non devono essere dimenticati ora che si sta ricominciando.
- Rallentare, godere di più e meglio di ciò che si ha, di ciò che si vende, di ciò che si acquista, tornare ad apprezzare il bello e ben fatto, fermiamoci a raccontare, spiegare, mostrare e curare il capo, ma anche il cliente e l’esperienza che si vuole che esso viva.
- Modificare valori, obiettivi, condizioni di lavoro, lavorazioni, materiali, tutto questo ha costi e responsabilità, che non possono essere solo sulle spalle di imprenditori, aziende, lavoratori, artigiani, negozianti, ma devono essere sostenuti ed incentivati dalle associazioni di categoria, dai distretti, dai sindacati, dal Governo.
- E’ bello andare in giro per il mondo e vantarsi del Made in Italy, ma il Made in Italy non è solo un marchio, un distintivo di cui vantarsi, sono persone, sono aziende, sono imprenditori, sono nella maggior parte piccole e medie imprese a gestione familiare che rappresentano il 90% del settore moda e che oggi vogliono ripartire con qualche certezza in più, una pacca in meno sulla spalla, che a volte sembra più una mazzata, ed un aiuto concreto a rialzarsi.
Il mondo della moda, in Italia, fattura circa 72 miliardi di euro
(il dato 2020 è di 71,7 miliardi di euro fonte Area Studi Mediobanca – Prometeia).
- E’ il secondo settore più importante del Paese per fatturato.
- L’Italia è il primo produttore di moda di lusso al mondo e il primo produttore di moda in Europa.
- La MODA è un settore fondamentale per l’economia italiana che ora si trova a doversi confrontare con l’emergenza Coronavirus, la ripresa di questo settore è di importanza vitale per l’economia del nostro Paese.
LA MODA NON SI FERMA, ma non restiamo a guardare…
#protectfashion
In questo articolo ho posto molte domande, ma vorrei approfondire con voi le possibili soluzioni per singola tematica. Quindi non fermarti qui, esplora gli altri contenuti della sezione STYLE del sito e fammi sapere nei commenti la tua opinione
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