La Narcomoda o Narco fashion è una di quelle cose che non dovrebbero esistere nella realtà, ma in qualche modo la società gode del “gusto del gangster”, dell’ “estetica della pistola”. La moda narco fa parte di una più ampia subcultura narco, che include la televisione narco come La Reina del Sur e Narcos, così come la musica narco, che assume la forma di “corridos”. Questi narco “corridos” sono ballate messicane che raccontano di narcotrafficanti e del loro exploit attraverso le canzoni.
La presenza del Messico sulla scena della droga è cresciuta negli anni ’70 e questo coincide con la popolarità della narcocultura, un termine coniato nello stesso decennio. La glorificazione della ricchezza e della mascolinità vanno di pari passo con la narcocultura e questo viene mostrato attraverso la narcomoda. Un tempo fatta di scarponi da cowboy esotici, cappelli e camicie di seta (stile tipicamente norteño) ed ora di marchi di lusso ed abbigliamento di designer riconosciuti.
La Narco Polo
Gli arresti dei narcotrafficanti svolgono un ruolo molto importante nel determinare le nuove tendenze in fatto di Narcomoda. In particolar modo le foto che circolano attraverso la stampa in tutto il mondo. Ad esempio, nel 2010 una tendenza soprannominata “Narco Polo” ha attraversato i quartieri di classe inferiore in tutto il Messico.
Questo aumento della popolarità della polo icona di Ralph Lauren è stata indotta dagli arresti di sette figure chiave del mondo dei cartelli messicani. Le polo sono state addirittura soprannominate a seconda del colore di chi le indossava: le polo blu sono diventate “J.J.’s” e quelle verdi “La Barbie”. La narcomoda ha, al centro, un’idolatria di ciò che molti vedono come figure ispiratrici.
Il figlio di Pablo Escobar, Sebastian Marroquín, ha lanciato un marchio di abbigliamento chiamato “Escobar Henao”. Il brand trasmette un po’ paradossalmente messaggi di pace accanto ad immagini raffiguranti un colpo sparato alla testa del padre Pablo. Un altro famoso “distributore” di droga colombiano, Griselda Blanco (aka, la regina della cocaina), è anche il soggetto della sua linea di moda, “Pure Blanco”. Le magliette vengono attualmente vendute con immagini di vedove nere, senza dubbio un riferimento alla sua tendenza ad uccidere ex-amanti.
I brand più amati
La moda dei Narcos ha iniziato a guadagnare terreno in Messico e in Colombia soprattutto negli anni ’80 e ’90. Riconosciuto come un modo semplice per dimostrare il proprio status e la ricchezza, ha ricevuto sempre più adepti. Alcuni marchi che sono entrati ed usciti tra i favoriti dei Narcos includono Versace, Ralph Lauren, Ed Hardy e, più recentemente, etichette preppier come Abercrombie.
Narcomoda al femminile
La Narcomoda non è solo per gli uomini. I membri del cartello femminile di alto profilo, come Elizabeth Montoya de Sarria (a.k.a., La Monita Retrechera) del cartello di Cali, acquistano anche nel mondo dei designer dell’alta moda. Il suo guardaroba aveva numerosi pezzi di Escada degli anni ’80 e ’90 e Moschino, in aggiunta ad una collezione di oltre 600 paia di scarpe firmate. Per le donne, la moda narco include anche la chirurgia plastica, soprattutto in Colombia, dove molte donne si affiliano ai cartelli aspirando ad uno stile di vita finanziato dallo spaccio di droga.
Probabilmente, la narcomoda femminile è ancor più diffusa rispetto alla versione maschile. I jeans a cintura, con un’alta parte posteriore, sono infatti un prodotto della narcocultura misogina.
Altro narco altra storia. De Puta Madre, nata in un carcere spagnolo grazie a un narcotrafficante colombiano arrestato nel ’91. Il trafficante passava il tempo disegnando con un compagno di cella quella che sarebbe diventata la t-shirt più in voga del momento, riuscendo a metterla sul mercato clandestinamente anche dalla prigione. Gli slogan da fuori legge sono quelli che vanno per la maggiore: “Pablo è vivo”, nome, cognome, data di nascita e morte del bandito più famoso di questi tempi (’49 -‘ 93). Quest’ultima è la maglietta più venduta grazie anche alla fortunata Serie Netflix. Ma anche “Traficante”, “Un grammo di coca, un vaso di rum”, “plata o plomo” e “Narcos”.
Narcomoda boom
Il boom più recente nel mondo della narco moda è stato l’arresto di El Chapo.
Joaquín ‘El Chapo’ Guzmán, era già conosciuto nel suo paese nativo il Messico, in America Latina e negli Stati Uniti per la sua posizione di rilievo in una delle maggiori organizzazioni del traffico di droga del Messico, il Sinaloa Cartel. Ora però è stato messo sotto i riflettori internazionali per un motivo differente dai soliti: per le sue scelte di moda. Il suo incontro ormai infame – e bizzarro – con Sean Penn è diventato leggendario per la sua scelta leggermente insolita di una camicia di stampa in raso, grigio e blu di paisley. Questo video esclusivo del signore della droga ha portato a vendere migliaia di camicie da $ 128 all’azienda produttrice, la Barabas Premium.
La moda Narco sta diventando sempre più sofisticata. I giorni di stampe increspate, dell’influenza norteña e le camicie di seta, stanno senza dubbio scomparendo dalla scena della narcomoda, sostituite da stili sofisticati.
Nel 2010, Vicente Zambada Niebla è stato arrestato in un quartiere elegante di Città del Messico. Indossava jeans di design e un cappotto sportivo preppy. Allo stesso modo, Vicente Carrillo Leyva, un altro figlio di un signore della droga, è stato arrestato indossando una tuta da golf Abercrombie.
Per chi ancora volesse approfondire con esempi gli outfit dei narco trafficanti, può guardare la serie Netflix. “Narcos” arrivata ora alla 3a stagione, season after season fa vedere l’evoluzione dello stile narco.
In attesa della 3a stagione analizzeremo nei prossimi articoli alcuni di questi aspetti.
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Nel seguente video YouTube trovate l’analisi di tutti i Narcos della serie Netflix in ordine di importanza